Il ruolo chiave dei non affiliati: chi sono i deputati che possono cambiare gli equilibri di Bruxelles?

Le elezioni europee appena concluse hanno portato alla ribalta un gruppo di attori politici che potrebbe trasformare il funzionamento del Parlamento Europeo: i deputati non affiliati a gruppi esistenti e i nuovi membri ancora da iscrivere. Con una rappresentanza collettiva che potrebbe arrivare fino a 100 seggi, questi deputati non convenzionali potrebbero influenzare significativamente le dinamiche politiche a Bruxelles.

Il potere dei non affiliati

Il cuore della questione risiede nella presenza di 45 deputati non affiliati e 52 nuovi membri ancora in cerca di affiliazione politica. Questi eurodeputati, provenienti da vari contesti radicali, rappresentano una sfida unica per i tradizionali gruppi di partito. Partiti marginali che sommati possono costringere i partiti tradizionali a fare concessioni ideologiche e a riposizionarsi più a destra o più a sinistra.

La Germania emerge come il principale contributore di questi deputati, con rappresentanti sia dall’estrema destra che dall’estrema sinistra. Alternative für Deutschland (AfD), con 15 seggi, potrebbe formare un nuovo gruppo di “destra alternativa” con partiti simili. Potenziali alleati includono il partito ungherese Nostra Patria (1 seggio), il partito Rinascita della Bulgaria (3 seggi), il partito francese Reconquête (5 seggi) e la Confederazione Libertà e Indipendenza polacca (6 seggi). Se l’AfD riuscirà a trovare almeno 23 seggi provenienti da 1/4 dei Paesi membri potrà formare un proprio gruppo.

Il leader del partito francese Reconquête, Éric Zemmour, durante un comizio – Foto X Reconquête

Sfide e opportunità per i gruppi esistenti

Le riunioni dei gruppi che avranno luogo a Bruxelles la prossima settimana saranno cruciali per certificare i nuovi arrivi e i possibili addii in ciascuna famiglia politica. Dal bacino dei non iscritti potrebbe arrivare un’ulteriore spinta all’avanzata delle destre. Il gruppo europeo di Giorgia Meloni, ECR, potrebbe superare i liberali di Renew Europe come terza forza politica dell’UE. Se le trattative per l’ingresso di Orban in ECR dovessero sbloccarsi, porterebbero nel gruppo i 10 eurodeputati ungheresi di Fidesz. Inoltre, ECR potrebbe guadagnare altri 5 seggi dai rumeni di Aur e 1 dalla lista cipriota Elam, arrivando a 92 eurodeputati.

Anche il gruppo sovranista Identità e Democrazia (ID) potrebbe beneficiare degli arrivi dai non iscritti. La delegazione dei tedeschi dell’AfD potrebbe anche rientrare nel gruppo di Salvini e Le Pen. Altri potenziali membri di ID includono il partito populista rumeno Sos Romania e la lista polacca Confederazione Libertà e Indipendenza. Se tutti gli accordi andranno in porto, ID potrebbe raggiungere 80 eurodeputati, superando i liberali di Renew Europe.

I gruppi politici del Parlamento Europeo 2024-2029 (risultati provvisori)

Nuovi orizzonti

Posizioni più incerte per partiti come La Festa è Finita, il nuovo fronte spagnolo di estrema destra che porta 3 deputati nell’emiciclo europeo, così come l’ultra destra lettone di Prima la Lettonia.

Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle (8 seggi) si sono riaperte le trattative con il gruppo dei Verdi, ma potrebbe anche formare un nuovo gruppo con i 6 seggi della nuova sinistra populista tedesca di Alleanza Sahra Wagenknecht – Ragione e Giustizia (Bsw), costituita dai dissidenti del partito Die Linke, i 6 eletti italiani di Alleanza Verdi e Sinistra, i 3 deputati spagnoli di Sumar e l’unico eletto dalla coalizione della sinistra ceca Stačilo! (Basta!).

Sahra Wagenknecht, leader del nuovo partito tedesco di estrema sinistra Alleanza Sahra Wagenknecht – Ragione e Giustizia – Foto ©bsw-vg.de

Il gruppo della Sinistra UE è in crescita, con nuovi eletti da Italia, Spagna e Repubblica Ceca, ma anche il PPE potrebbe beneficiare dei nuovi membri, grazie al partito di opposizione ungherese Tisza, che dovrebbe portare 7 nuovi eurodeputati.

Implicazioni per il futuro

La frammentazione e l’ascesa di forze radicali rappresentano una sfida per il nuovo Parlamento europeo. Per gli analisti, se i principali gruppi dell’emiciclo europeo, PPE e S&D, si sentiranno sotto pressione e incapaci di raggiungere un consenso a causa dei partiti più radicali, il processo decisionale europeo ne potrebbe uscire fortemente ridimensionato.

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