Domenica 8 ottobre il gasdotto Balticconnector che collega Estonia e Finlandia è stato isolato. Gli operatori nazionali Gasgrid Finland Oy ed Elering As (Estonia), notando un insolito calo di pressione hanno deciso di chiudere definitivamente le valvole.
Nella giornata di lunedì la polizia criminale finlandese, che sta conducendo le indagini, ha stimato che il tubo che attraversa il mar Baltico sia stato deliberatamente rotto. La guardia di frontiera aveva precedentemente individuato la perdita nelle acque economiche finlandesi.
Non solo, l’operatore di telecomunicazioni Elisa in un comunicato afferma di aver rilevato un malfunzionamento nel cavo marittimo che verifica le connessioni di comunicazioni tra la Finlandia e l’Estonia. Secondo l’azienda il cavo si è rotto. Il disservizio è stato notato nella notte tra sabato e domenica.
Cos’é il Balticconnector?
Inaugurato l’11 dicembre 2019, il Balticconnector è il primo interconnettore del gas tra la Finlandia e l’Estonia che ha posto fine all’isolamento della Stato scandinavo collegandolo all’Europa. Lungo 152 km, il gasdotto si divide in una parte onshore di 21 km che parte da Ingå (Inkoo) sul territorio finlandese, una offshore di 77 km nel mar Baltico e un’altra onshore lunga 54 km che arriva a Paldiski in Estonia.
Balticconnector ha avviato le operazioni commerciali l’1 gennaio 2020, con una capacità bidirezionale di trasporto di 7,2 milioni di metri cubi di gas al giorno. Consente alla Finlandia una via diretta all’impianto di stoccaggio sotterraneo Inčukalns in Lettonia e al terminale GNL di Klaipėda.
Ha assunto ancor più importanza nel 2022 grazie alla nuova interconnessione tra la Polonia e la Lituania (GIPL): lunga 508 km collega la città di Jauniūnai, nella Lituania orientale, dove è presente una stazione di compressione del gas naturale, con quella di Hołowczyce in Polonia. Un’opera capace di soddisfare il 40% della domanda annuale di gas di Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania, e che connette gli scandinavi all’intero mercato Ue.
I fatti
Intorno alle 2 di domenica 8 ottobre i due operatori nazionali di Finlandia ed Estonia hanno notato un’esponenziale calo di pressione da 34,5 a 6 bar. A causa dell’insolito calo di pressione hanno ritenuto ragionevole sospendere subito il passaggio del combustibile.
I controlli sono iniziati nella mattinata del 10 ottobre da Ingå e dopo le prime perizie Gasgrid Finland Oy ha annunciato che la riparazione, la mobilitazione dell’attrezzatura subacquea, le effettive riparazioni e la messa in servizio dureranno non meno di 5 mesi. Il che significa che il Baticconnector non rientrerà in funzione prima di aprile 2024.
Quanta autonomia ha la Finlandia?
Il danno al Balticconnector fa sì che ora non arrivi più gas naturale in Finlandia attraverso i gasdotti, ma le importazioni di gas dipendono dal GNL, un gas naturale liquido trasportato dalle navi.
La situazione è stabile e la fornitura di gas dal terminale GNL di Ingå è stata assicurata. Ha la capacità di fornire il gas di cui la Finlandia ha bisogno nel prossimo inverno, anche se il consumo di gas è generalmente più elevato in questa stagione. Gli operatori del mercato sono stati incaricati di garantire la fornitura di gas di cui hanno bisogno ordinandolo a Ingå o al terminale GNL di Hamina, in modo che la continuità della fornitura sia garantita, come già avvenuto lo scorso anno dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina.
Secondo Statistics Finland, la quota di gas sul consumo energetico totale della Finlandia era solo del 3% nel 2022. La Russia ha interrotto la fornitura di gas naturale nel maggio 2022, dopodiché è stato possibile quasi dimezzare il consumo con l’aiuto di combustibili sostitutivi e misure di risparmio energetico. Nel momento di maggior crisi energetica lo Stato scandinavo è quello che ha tagliato maggiormente i consumi in tutta l’Ue.
L’interruzione potrebbe aumentare leggermente il prezzo del gas, ma non si prevede che abbia grandi effetti sul prezzo dell’elettricità. I cavi elettrici tra la Finlandia e l’Estonia (Estlink 1 e 2) e tra Svezia e Finlandia (Fenno-Skan 1 e 2) funzionano normalmente.
Incidente o sabotaggio?
Il giorno in cui è iniziata la perdita del gasdotto l’istituto di sismologia norvegese Norsar ha rilevato una “probabile esplosione“. L’istituto di ricerca ha una stazione sismica in Finlandia che ha effettuato l’osservazione. Il quotidiano norvegese Verdens Gang è stato il primo a riferire sulla questione.
All’emittente radiotelevisiva pubblica estone ERR il comandante della Marina Jüri Saska a raccontato che “sembra proprio che qualcuno abbia strappato il tubo lateralmente e che il cemento si sia rotto o staccato. Se questa lesione sia solo in quel punto o maggiore spetta agli investigatori stabilirlo“. Alla domanda se il gasdotto si sia strappato su entrambi i lati Saska ha risposto “No, sembra sia stato tirato da un lato, come se tu avessi un tubo per l’irrigazione incastrato dietro la gamba e lo abbia trascinato dietro di te“.
Per quanto riguarda il cavo delle telecomunicazioni Elisa invece, anch’esso danneggiato nella notte tra sabato e domenica, il Ministro della difesa estone Hanno Pevkur in conferenza stampa ha dichiarato che l’interruzione probabilmente si trova nelle acque economiche estoni a circa 70 metri di profondità, ma ci sono ancora molti dubbi sull’esatta posizione. Il danno al Balticconnector si trova a 60 metri, ma le acque raggiungono anche i 100 metri di profondità.