Un filo sottile e pericoloso. È quello su cui sta camminando Emmanuel Macron nella disperata ricerca di inseguire l’estrema destra che tanto in Francia, quanto in Europa sta godendo di un rinnovato consenso.
Il malcontento casalingo ingrossato dalla riforma delle pensioni e dai blocchi del mondo agricolo sta alimentando il favore per il Rassemblement National di Marine Le Pen e per il partito Reconquête dell’ex giornalista Éric Zemmour, affiancato dalla nipote della Le Pen, Marion Maréchal.
Così dal contestato disegno di legge anti-immigrazione di fine 2023, si è arrivati alla promessa di limitare l’accesso alla nazionalità francese per le persone nate nella regione d’oltremare Mayotte, ex colonia tra il Madagascar e il Mozambico, che nel 1974 scelse di restare parte della Francia.
- Mayotte è il 101° dipartimento francese nonostante gli 8.000 km che la separano da Parigi. - È composta da due isole. Il resto dell'arcipelago, oggi conosciuto come Isole Comore, nel 1974 scelse l'indipendenza. - Ci sono più di 300.000 persone, nel 1985 erano appena 67.000. - Più del 40% della popolazione vive con meno di 160 euro al mese (dati dell'Istituto nazionale di statistica e studi economici francese, INSEE).
Da tempo Mayotte è stata presa d’assalto da migliaia di comoriani in fuga dalla miseria e dalla corruzione, attratti dalla prospettiva di far parte della Francia e di un paese europeo, ma il territorio di appena 375 chilometri quadrati e una popolazione che di anno in anno aumenta è ormai allo stremo. Criminalità e povertà sono sempre più diffuse. E la crisi idrica ha aggravato le ostilità. Una situazione destinata ad esplodere.
Nelle ultime settimane parte della popolazione, guidata dal collettivo Forces Vives, ha istituito posti di blocco e interrotto i collegamenti tra le due isole, Grande Terre e Petite Terre.
Sull’onda delle proteste il ministro degli Interni, Gérald Darmanin, è volato nel capoluogo Mamoudzou e ha annunciato che presto la Francia metterà fine alla cittadinanza acquisita per diritto di nascita (droit du sol), creando un’eccezione che varrà unicamente per Mayotte. Una misura resa necessaria dalla crisi migratoria locale. Per gli abitanti di Mayotte “prendiamo una decisione radicale” ha detto nel weekend Darmanin. “Non sarà più possibile diventare francese se non si è figli di genitori francesi. La misura ridurrà l’attrattiva per i migranti” ha concluso.
Sull’isola l’iniziativa è stata accolta con favore dalla maggioranza della popolazione. La stessa che alle presidenziali francesi aveva concesso al primo turno oltre il 40% dei voti all’estrema destra di Marine Le Pen.
Secondo i sondaggi fino al 29% degli elettori francesi voterebbe Rassemblement National alle elezioni europee del 9 giugno. Dieci punti in più di Renaissance, il partito di governo guidato da Macron, al 19% delle intenzioni di voto.
La politica invece è in subbuglio. Dall’alleanza di sinistra Nupes fanno sapere che un cambiamento della Costituzione aprirebbe un vaso di Pandora all’estrema destra, che se salisse al potere abolirebbe la cittadinanza per diritto di nascita in tutta la Francia.
Mentre Marion Maréchal, di Reconquête!, sostiene che l’iniziativa “porterà al trasferimento dell’immigrazione da Mayotte alla Francia continentale“.
Il capo del gruppo parlamentare del Partito Socialista, Boris Vallaud, è stato categorico: “non è negoziabile, mi opporrò a qualsiasi mossa volta a cambiare la Costituzione“. Ha poi aggiunto che “questa revisione del droit du sol non cambierà la situazione. Mayotte è già soggetta ad un sistema giuridico molto più severo che nel resto della Francia“.
Infatti, dal 2018 sull’isola i figli degli stranieri per richiedere la cittadinanza devono attendere i 18 anni, certificare che almeno uno dei due genitori abbia vissuto in Francia per non meno di tre mesi prima della sua nascita, e che al momento della richiesta abbia vissuto sul territorio francese da almeno 5 anni da quando ha compiuto 11 anni di età.
Con i nuovi cambiamenti il bambino dovrà dimostrare che entrambi i genitori abbiano vissuto almeno un anno in Francia prima della sua nascita. In più verrà inasprito il rilascio di permessi di soggiorno, così da disincentivare l’affluenza di stranieri.
Ora l’iter per la riforma costituzionale prevede o l’approvazione col voto parlamentare di almeno il 60% dei deputati o il ricorso a un referendum costituzionale. In ogni caso il progetto di legge sarà presentato entro l’estate.