BRUXELLES – La Commissione Europea ha avviato una vasta indagine in tutta Europa sui sussidi illegali ricevuti dai fornitori cinesi di turbine destinate ai parchi eolici europei.
Il timore è che non sia garantita la giusta concorrenza e che le industrie europee vengano decimate dalle importazioni a basso costo.
L’indagine sull’energia eolica rientra nell’ambito del regolamento UE sui sussidi esteri che, dal luglio del 2023, permette alla Commissione Europea di valutare se i sussidi esteri consentano alle aziende di presentare offerte eccessivamente basse, quindi vantaggiose nelle gare pubbliche.
Pochi giorni fa la Commissione ha avviato 2 indagini per una commessa da 375 milioni per un parco solare in Romania, in cui due offerenti cinesi avrebbero beneficiato di eccessive sovvenzioni. Una prima indagine su un'azienda cinese di treni elettrici (CRRC Qingdao Sifang Locomotive) è stata interrotta dopo che il produttore si è ritirato dalla gara d'appalto in Bulgaria.
A comunicare le nuove indagini è stata la Commissaria per la concorrenza, Margrethe Vestager, durante un discorso all’università americana di Princeton.
L’esecutivo UE valuterà le condizioni in cui sono stati sviluppati parchi eolici in Spagna, Francia, Grecia, Romania e Bulgaria.
“Oggi meno del 3% dei pannelli solari installati in Europa sono prodotti in Europa. Non possiamo permettere che succeda anche per i veicoli elettrici, per l’energia eolica o per i chip essenziali”
— Margrethe Vestager, Commissaria europea per la concorrenza
Secondo la Vestager, la Cina sta già dominando l’industria dei pannelli solari, attirando investimenti esteri, acquisendo tecnologia e concedendo massicci sussidi ai propri fornitori prima di esportare a basso costo.
La Cina sta cercando di affermarsi come leader globale delle tecnologie pulite di cui l’Ue avrà bisogno per realizzare quel grande progetto di transizione verso l’energia verde.
Le turbine eoliche installate nell’Unione europea per la maggior parte sono state prodotte dai Paesi membri, ma i produttori cinesi stanno raggiungendo velocemente una quota di due terzi del mercato globale (dati 2022).
Per quanto riguarda l’energia solare, Pechino detiene già il 90% del mercato Ue della produzione di pannelli solari.
La scorsa settimana la Camera di commercio cinese presso l’UE si era già detta seriamente preoccupata per le indagini e per il regolamento Ue sui sussidi esteri, che starebbe seriamente distorcendo la parità di condizioni per le aziende cinesi che operano nell’Unione europea.